La Carnia tra i suoi personaggi significativi ricorda Jacopo Linussio, famoso per la sua abilità imprenditoriale. Nel ‘700 infatti, costruì a Tolmezzo, Moggio e S. Vito al Tagliamento tre stabilimenti tessili e diede forte sviluppo al lavoro femminile. Alcuni dei suoi disegni e tessuti sono gelosamente conservati presso il Museo delle Arti e Tradizioni di Tolmezzo.
Volendo in qualche modo continuare questa nobile tradizione, nell’ormai lontano 2006 la nostra cooperativa nell’ottica di una diversificazione delle attività e nel contempo nel voler sperimentare nuove abilità dei nostri ragazzi, ha realizzato un primo corso di tessitura "Il Filo di Arianna" finanziato dalla Provincia di Udine, nel quale sono state formate due operatrici e coinvolti nove ragazzi disabili. A questo è poi seguito un corso di perfezionamento nell’arte del tessuto finanziato da aziende ed enti privati.
Grazie alla fiducia accordataci dal Rotary Club di Tolmezzo che ci ha fatto dono di 4 telai a 4 licci e che ci ha sostenuto nel tempo, possiamo dire di aver raggiunto traguardi all’inizio insperati. I nostri ragazzi si sono nel tempo impratichiti e veramente appassionati a questa attività artigianale, e quando possibile accompagnano le operatrici nelle uscite per i vari mercatini, tessendo sul posto e raccogliendo numerosi apprezzamenti.
Nello stesso anno, nel quarantesimo della morte del prof. Sen. Michele Gortani, il Rotary Club di Tolmezzo ha realizzato un progetto specificamente integrato “scuola-memoria del passato-arte-lavoro-disabilità” con il coinvolgimento del Museo Carnico di Tolmezzo, l’Istituto d’Arte Sello di Udine e la nostra cooperativa.
Onorando un pensiero del Gortani in relazione alla vastissima collezione etnografica donata al Museo Carnico (“Amore dunque è il sentimento e lo spirito che mi induce a divulgare questi documenti della nostra storia; divulgarlo perché siano conosciuti e per ché ne traggano profitto le giovani leve del lavoro ed i loro maestri”) agli studenti del Sello è stato dato un compito iniziale di ricercare fra gli oggetti rurali, gli utensili da lavoro, i tessuti ed “tacamenti del Linussio” esposti al Museo Carnico,
“Segni” antichi di intuizioni imprenditoriali o d’utilità domestica al fine di reinterpretarli in una chiave attuale e finalizzata a fornire nuove idee d’utilità agli imprenditori della Carnia.
In questa ricerca, i ragazzi del Sello hanno riscoperto con qualche anno d’anticipo il “Segno” del “Gugjet” realizzando monili di varia fattura ed i “tacamenti” del Linussio anticipando anche qui di ben sette anni il progetto Tolmezzo del 2014 sul “tessuto del Jeans”.
Nell’ambito di questo ultimo studio, sono state riscoperte antiche trame di tessuto e con una ricerca integrata con imprenditori rotariani, studenti ed insegnanti del Sello, sono stati studiate delle specifiche realizzazioni che potessero essere realizzate e poste sul mercato.
Ed è così che ha avuto vita il progetto alla “Ricerca del Segno Perduto” che ha permesso alla nostra cooperativa sociale di mettere in produzione in modo stabile, una linea di prodotti che ancora a distanza di anni sta commercializzando con successo ed apprezzamenti.
Cosa, dire, per tanti ragazzi con disabilità che riescono a realizzare dei prodotti non assistenziali ed in condizioni di normalità? Un sogno che diventa realtà.
Ed è così che per strane coincidenze, la cui lettura è rimessa alla libertà di ognuno, quando fu realizzata la prima partita di prodotti della linea di sciarpe alla “Ricerca del Segno Perduto” un errore di stampa delle etichette del prodotto ha portato, senza che nessuno lo volesse e se ne accorgesse, a proporre al pubblico la linea di prodotto con l’etichetta
alla “Ricerca del Sogno Perduto”: una “e” che è diventata “o”, che ha passato “impavida” i controlli delle bozze di stampa senza essere intercettata: ed è così che un “Segno” è diventato un “Sogno”, senza soluzione di continuità, come naturale evoluzione di un progetto che da sperimentale è diventato e continua ad essere un reale momento di lavoro, un “Sogno” per chiunque ed il naturale coronamento dell’impegno che tutti hanno messo per raggiungere un’integrazione trasversale senza diminutio a carico di chi parte svantaggiato.
Per come sono accaduti i fatti e la ”singolarità” della “trasfigurazione” di una “lettera” questo può essere un “marchio” distintivo ed ispiratore delle varie linee di prodotto ed al contempo costituire un messaggio d’auspicio per tutte le situazioni di difficoltà.
In Friuli non sono molte le realtà che portano avanti la tradizione delle nostre nonne (in molte case avevano i l telaio tradizionale) e ancor meno lo sono realtà come la nostra che con fatica cerca un piccolo spazio in questo mondo virtuale.
Di una cosa siamo certi, un giorno diventeremo famosi!!!